giovedì 17 novembre 2011

Paesi murati, Loretello San Pietro Palazzo

Palazzo (foto di Francesca Perlini)

...Palazzo di Arcevia dista qualche chilometro, tenendosi sempre sollevato sul crinale che ogni tanto si fa roccioso. Decido che è l’ultimo paese in cui vado oggi. Il calcare bianco della porta d’accesso al paese è presagio di altra desolazione e una lastra di pietra a chiudere la buca delle lettere dell’ufficio postale che non vedo, è conferma che oggi incontro solo paesi murati. I cartelli qui sono al contrario, mettono buona speranza per chi fa affari sulla vendita dei paesi, “Venduta” è la casa in piazza. Svenduta come una femmina nella tratta dei sogni infranti. Fino ad oggi avevo visto paesi in vendita, oggi trovo il risultato del mercato e non so perché, ma m’immagino che sia stata una donna ad attaccare quel cartello. Felicità moderna.
Continuo a camminare tra vicoli vuoti e persiane chiuse. Cerco dettagli per salvare quell’infelicità a cui mi sono arresa, come il luogo più intimo che ho e che non sarà mai in vendita. Son dei piccolissimi orti terrazzati, congiunti da un labirinto di scalini ripidi che mi fanno sentire di nuovo a casa. I fili stesi da un orto all’altro con panni di diversi cognomi,  son fili stesi alla speranza di una famiglia che s’è allargata a comunità sopravvissuta. Su questo filo metto ad asciugare gli abiti della mia fuga, sospesa per il tempo del sole. Trovo una patria in bilico e provvisoria in cui posare gli occhi per riposare.
                          
                                                                                             
                                                   Piccolo stralcio dal racconto "Paesi murati, Loretello San Pietro Palazzo"

1 commento:

  1. la tua scrittura.... dona a chi legge momenti vissuti , ricordi passati,e un po' della tua delicatezza e del tuo dolore ...... sensazioni profonde!!!!! sempre piacevole e riflessivo leggerti.
    Patty

    RispondiElimina