martedì 24 giugno 2014

Verso, forse, un'irragionevole bellezza



Giardino di Santa Maria - Pesaro

Di bellezza e di amore è difficile scriverne quanto di ciò che ancora non si è compreso.
C'è una storia che nasce... in effetti è difficile segnarne anche il momento della nascita, per quell' infinito a ritroso che si radica dentro le cose interconnesse. La difficoltà della narrazione aumenta perchè in questa storia bellezza, amore e ciò che ancora non si è compreso sono eventi tutti presenti.

cammineremo dentro gonne ampie
con gambe di foglie. mani d'ali
seguiranno vie lasciate aperte
da chi cucì le trame dei sentieri.

Questi versi li scrissi una mattina ignara del dopo come tante altre. Ebbero la forza di sbattermi violentemente dentro uno stupore in bilico tra follia (ma folle era solo il pensiero limitato dalla comprensione) e vertigine sul punto del futuro. 
Non li cancellai e li misi in una nicchia di cose senza un senso apparente, a prendere polvere.
Qualcosa insieme alla polvere iniziò a depositarsi sopra come un pensiero inquieto, forse la volontà di capirne il significato e la provenienza. Ne trassi un interrogativo: ci sarà qualcuno che li comprende?
Quel qualcuno immaginavo dovesse essere un individuo che aveva percorso vie molto diverse dalle mie, forse più avanti, in un cammino in cui in realtà ci sono più smarrimenti e deviazioni di percorso che graduatorie.

Mario Migliorelli ne ha dipinto un quadro (vorrei mostrarlo ma facendo parte di un concorso, in cui i miei versi sono giunti in finale, bisogna ancora attendere la pubblicazione ufficiale dell' antologia e dei dipinti ad essa abbinati).

Un editore, anonimo fin quando non sarà ufficiale, ne sta facendo un libro di carta in cui "...chi cucì la trama dei sentieri" è una delle 33 poesie-gonne che lo compongono.

Alla Casa degli artisti del Furlo la poesia è arrivata invitata in un pomeriggio d'inverno e di stufe accese, con le luci abbassate e la fuliggine nell'aria dopo una raccolta di erbe sopravvissute al gelo con Loretta Stella, la mia strega preferita, e lo srotolamento di un sudario di foglie dell'artista Elisa Latini.

La cantante Frida Neri ha inserito i versi, e me come portatrice di fiato, in uno spettacolo al passo col mito di Demetra, ospitato in un giardino di una bellezza commossa, insieme ad altre voci poetiche femminili, Francesca Bertoni tra tutte, e il violino di Ilaria Mignoni.

Trascrivere la lista dei luoghi e delle esperienze legati a quei versi è il modo più semplice che ho trovato per mettere insieme i sentieri finora attraversati per scoprire chi o che cosa o non so cucì questo tramare avvolto. 
Un tramare che a tutt'oggi ha rotto celle di dolore, allargato angoli senza uscita e scaraventato in luoghi e incontri d'irragionevole bellezza.



sabato 21 giugno 2014

Restare, piuttosto





Non ho mai amato il 21 giugno. 
Nemmeno da bimba, quando significava solo entrare nella stagione del mare. Ora che mi trovo in un qualche mezzo della vita, conto i passi che mancano alla nascita, quei 6 passi che, camminati tutti, ricorderanno il primo mio giorno e quanto avrei scelto sin dall'inizio un'altra direzione, un restare, piuttosto. 


domenica 15 giugno 2014

Vedere le cose


Reforzate - Sant'Ippolito


Quanto siano legate fra loro, l'arte dell'urbanistica con l'architettonica e trasversalmente con l'arte del creare cultura, lo sanno i luoghi. Ma uno spazio per essere luogo ha bisogno di essere pensato. Se ad una panchina tolgo lo schienale, taglio l'ombra del tiglio e asfalto la fontanella zampillante, diminuendo così i costi di gestione ma aumentando i costi del malessere, nessun agio ozioso potrà partorire qualcosa di buono, anche solo l'oziare senza fretta. Coniugare dal centro nelle cose, guardando gli spazi come crescita di luoghi in cui, chi d'urbanistica e chi d'architettura, riparta con la cultura degli schienali comodi e dell'ombra. 
L'ABC...per iniziare. 


domenica 8 giugno 2014

Pero o melo, dici frutta?






chiedo il significato mi ritrovo un seme in mano.
-chi sa com'è arrivato? 
seguire un filo. 
Sophia disputa.
non è mai arrivato l'umano che ha cercato chiedendo in strada "perché?" 
Evidenza dice "ho un seme in mano".
-perché perché perché???
-hai la disputa a metà tra di qua e di là e i perché per non uscirne.
il seme si è scaldato. 
caldo richiama acqua.
-la tua mano è umida, m'allargo un pò che con questo caldo ho sete, stretto come sono.
-bevo anch'io.


voce fuori campo, 
anche se succede tutto nel campo: 

-ho ragione, tu hai torto.

-sentili lì i papalagi. son seme, mica scemo.
-vado all'ombra. tu, mano, vieni con me che c'è attaccato il seme.
-guarda la pazza. (pronunciano sottovoce i senza bocca).

intanto nell'orto le fragole si ricoprono di panna per le bocche con il corpo.
salteranno nel buio, volando dalle mani, palloni nati nei pensieri stanchi di chi cercò il corpo nella parola.



Il Frutteto
"Pero o Melo, dimmi il vero"
Sant'Ippolito 2014