domenica 15 maggio 2016

Il perturbante



Il perturbante


Che il tovagliolo bianco, di cotone spesso, imbavagliasse il futuro soffocandolo in un legar (lager) di denti - cresciuti persi ricresciuti ripersi e sostituiti di ceramica - e lingua e labbra, mi fu chiaro al secondo scatto fotografico, sezionando e traslocando fuori di me pezzi di bianco inconoscibili prima di questa ricerca dentro una luce accecante che sbiancava ogni sorta di confini mentali.
Ma che al principio e all'origine di questo stato ci fosse un'infinita promessa d'amore non potevo immaginarlo, chissà poi perché no. 

Prego sia il sogno, immaginandolo più nella forma dell'incubo, a frammentare ancora e ancora qualcosa che nella scrittura è indicibile ma che nella fotografia trova immagine e liberazione, scomposizione e possibilità.


lunedì 2 maggio 2016

Paesi, con gli anni resistenti al centro






Aldo mi intonò come benvenuto sulla piazza il canto che scrisse al ritorno dalla seconda guerra. Era il suo ottantesimo compleanno.
Maria, una delle tre donne rimaste, mi mostrò i draghi di pelouche a guardia del suo pozzo e della finestra della cucina. Non sapeva quanti anni avesse.
Antonina mi disse che sedeva sulla stessa sedia di paglia da settantasei anni, impagliata dal nonno prima di emigrare in Belgio. Gli anni me li fece indovinare.
Paesi, con gli anni resistenti al centro. La periferia è nata morta.