domenica 30 marzo 2014

6° giorno


6° giorno

stiamo ai faggi come arresi e immobili.
alzate le mani
sarà movimento il vento
attraversandoci.





sabato 29 marzo 2014

5° giorno


5° giorno

Gli appena innamorati e chi è in lutto sono più vicini di quanto si possa immaginare.
Si toccano per la schiena, dove il rovescio di ogni cosa coincide.





venerdì 28 marzo 2014

giovedì 27 marzo 2014

3° giorno


3° giorno

-di quale nostalgia parli?
-della promessa di tornare a casa.
-di quale casa parli?
-non la ritrovo.
-ma almeno ricordi com'è fatta?
-non mi ha più abitata.
-c'erano dei vicini?
-per brevi momenti. sono fuggiti con l'inquieto.
-per questo scrivi?
-per ricordare.




mercoledì 26 marzo 2014

mercoledì 19 marzo 2014

Partire






"Mi racconti una storia, טאַטע?"
"Se questo fosse il tempo delle storie e di chi ascolta non sarei venuto qui. E' tempo che tu parta, è quella la storia, טאָכטער".
"Verrai con me, טאַטע?"
"Concentra lo sguardo là, dove i tuoi occhi vedono come punta di freccia qualcosa che si apre più vasto della pianura più vasta. Quelli i passi. Sarò Sorriso del tuo sguardo certo, טאָכטער".
"Sei cambiato. Hai un modo diverso di dire le cose, טאַטע".
Dallo spiraglio della porta aperta entrano due mosconi. Seguendo rotte antiche intersecano l'accecante raggio di sole mattutino appena comparso. Nel sopore, tra la notte e le prime luci, il ronzio accresce e sovrasta la calma muta e lenta dell'attorno. 
"Non è forse un sorriso questo? Hai atteso abbastanza. Ricordi il vecchio dalle rughe scavate? La pianura è la stessa ora, conosci già la strada. E' tutto un partire, non vedi? Qualche preparativo necessario, pochi intimi saluti,  le gonne le hai cucite, טאָכטער".
"E' adesso il momento. Sono in piedi, vedo. Parto, טאַטע".




sabato 15 marzo 2014

Dissolvi in Luce


scatto di Matteo Perlini


Le nuvole hanno sciolto la loro tensione
la goccia ha rotto la sua superficie
ciò che era gonfio è dissolto in Luce.


Buon viaggio, Ba.


martedì 11 marzo 2014

Il tempo avrà perso la forza di far male


Dove a Opi pace



Dopo, vestirò il silenzio con la gonna solitaria, dove cantano accensioni le betulle bianche tenere di corteccia che viene via dentro il bosco. Camminerò sprofondando tra humus e libri antichi e se cercherò risposte le pagine sapranno chiudersi schiudendosi passi leggeri, ancora uno avanti all'altro. Se mi perderò, e mi perderò, chiamerò un nome e la terra su cui avrò posato l'ultimo piede sarà il primo passo nel posto giusto.
E quando i corpi s'incontreranno nel loro limitare i canti verranno all'unisono cantati per noi. Preparo il viaggio che ci ha visti padre e figlia esplorando vie che indirizzeranno solo me. Là, ovunque accadrà, il tempo avrà perso la forza di far male, coinciderà.


martedì 4 marzo 2014

In essere





all'uscita glielo dissero in molti 
- nulla sarà da svelare,
la realtà è un'invenzione -

nuvole gonfie d'acqua per gravità,
neve 
con quel fiocco di bianca chiarità.