domenica 31 marzo 2013

Distese di bugie






Mai, mai che scegliere di dire la verità sia un'opzione contemplabile.
Ma che vorrà da me che non possa chiedermelo direttamente? E' così indicibile la verità, da preferire sempre la bugia?
"Ti voglio bene, sai?" dice dall'inizio, lui che ha disteso di segreti la strada verso il mio cuore. 

Il resto della vita sarà una fottutissima e dannata ricerca della verità o un abito di paillettes cucito nella carne.


                                                                                           (continua)

martedì 26 marzo 2013

Parole di carne



"pagina di carne"
scatto di francescaperlini


Ho il numero 25, poca attesa ancora, stanno servendo il numero 20 al banco del pesce.
Dovrei scrutare l'occhio e le sfumature delle squame ma non ho mai imparato a farlo, così l'attesa diviene un tempo per guardarmi attorno appoggiata al carrello della spesa.
Una giovane donna sta scrivendo sulla mano di un uomo di una trentina d'anni più di lei. C'è frastuono tra la musica di sottofondo, le tante voci sovrapposte e un'illuminazione sparata e bianchissima. La ragazza osserva un certo tipo di pesce, che da dove mi trovo non riesco a vedere con precisione, trascrivendo poi le informazioni sulla mano dell'uomo, c'è silenzio nella scena, una calma attenta come fosse una molecola di silenzio impermeabile al suono. Eppure c'è comunicazione, comprensione.
Stanno aspettando il loro turno come me e la cosa mi rallegra, ho tempo per guardare.
Hanno il numero 24, tocca a loro, la ragazza chiede alla commessa e dalla mimica del viso della commessa capisco che non c'è ciò che le viene chiesto. Ascolto e non sento, vedo e capisco, ma l'uomo non vede nemmeno, ha il bastone tipico dei non vedenti appeso al polso destro. La commessa fa un gesto nella postura, si rilassa anch'essa, non c'è da servire in fretta, guarda attentamente i due, le spalle le scendono dopo un respiro profondo. Nel frattempo la ragazza sta scrivendo sulla mano dell'uomo qualcosa, deduco che sia l'informazione della mancanza del pesce che hanno chiesto. Passano i momenti, e sono tanti per il tempo dello stare in fila, eppure c'è tempo.
Alzo gli occhi per un attimo al tabellone dei numeri, il frastuono ritorna e stanno servendo il numero 28. Riprendo un numero: 30. Ho ancora tempo per guardare e per un attimo abbasso gli occhi sulle mie mani appoggiate al carrello, sono carta anch'esse e penna della stessa sostanza con un'intimità ed un tocco che alle cose manca. Alla carta va detto tanto, alla mano basta toccarla per sapere, dove il silenzio è la pagina del mondo che ti racconto.


venerdì 22 marzo 2013

Quando basta un click



scatto di francescaperlini


Questo Papa, Francesco, mi suscita tenere e belle emozioni. Mi fa venire voglia di accendere il televisore per vederlo. 
La prima immagine, di lui bianco di spalle con piazza San Pietro di fronte colma di folla, con una postura presente e semplice che continua a venirmi agli occhi. 
Quel suo chiedere la benedizione della folla piegando non solo il capo ma tutto il tronco appoggiando le mani al ballatoio. 
Quello sguardo mite che mi ricorda un missionario in Brasile che conobbi almeno trenta anni fa.
Ecco, mi chiedo se tutti quegli individui che subito dopo l'elezione di Papa Francesco hanno iniziato una turbinosa, convulsa e ossessiva condivisione di foto (taroccate) dai loro profili facebook, in cui un prete di spalle dava la comunione a Videla spalmando fango come fosse lui il prete, di comunicati che lo accusavano di vicinanza al regime di Videla, hanno successivamente colto il fatto che si sono fatti parte integrante di quella macchina del fango che così bene conosciamo in Italia. 

La macchina è cellulare ed ignorante e non solo costituita da persone che con una chiara e consapevole strategia agiscono.
Mi chiedo ancora cosa li spinga a cliccare quel tasto "condividi" senza prendersi la premura di verificare, di darsi un momento in più per comprendere, perché comprendere l'esistenza di una persona è cosa molto, molto complessa e lunga.
Ancora una domanda mi pongo, gli sarà venuto in mente di chiedere scusa e di pubblicarlo con altrettanta solerzia del precedente fango? Forse atto non facile, nessun post di questo calibro era possibile condividere.



sabato 16 marzo 2013

16 marzo 2013



"se fosse lupo, mi chiamo Francesca"
scatto di francescaperlini


Laura Boldrini, nuovo Presidente della Camera.
Piero Grassso, nuovo Presidente del Senato.
Jorge Mario Bergoglio, Papa Francesco (eletto il 13 marzo 2013).

Pare che il cambiamento e la giustizia, le donne e gli ultimi, 
la spiritualità e dalla parte del giusto siano tornati a casa
dopo lunghi, bui e penosi anni.

Stasera ho una bella storia da raccontare a mia figlia.


lunedì 11 marzo 2013

Le giostre se ne vanno


"le giostre se ne vanno"
scatto di francescaperlini


poi un giorno le giostre se ne vanno impacchettate
e le domeniche tornano ad essere inespugnabili famiglie
trincee
come le guerre sui libri di storia
e i paesi tornano ad esser quotidiani
luoghi solitari.


venerdì 8 marzo 2013

mercoledì 6 marzo 2013

Apecchio, nel riflesso



"nel riflesso"
scatto di francescaperlini


Tre sono i momenti nel viaggio dentro i paesi: quello del vivere; dell’ascolto di ciò che vivo e dello scrivere di ritorno a casa. E succede che il tempo di cottura di una torta sia d’ispirazione e mistero come per gli ingredienti nel calore a 180 gradi e che i dettagli, già memoria, si mescolino all’odore del sempre più cotto e gonfio dolce. E’ ciò che proviene a divenire parola e significato dell’incontro con Apecchio. Risalita la SP 257, attraversando i fianchi della storia geologica di fondali marini stratificati e riemersi, giungo ad Apecchio in una giornata umida e tiepida di marzo. Mi accompagna mia figlia che sta attraversando l’onda lunga dell’adolescenza come le rocce appena lasciate. Son movimenti tellurici dell’esistenza il tentativo di uscire fuori da spinte laceranti e sotterranee. Crescere somiglia ad un’espulsione, come quando nacque dal mio corpo.
Camminiamo silenziose tra i vicoli e nuovo è il riflesso di guardare il paese attraverso i suoi movimenti.
Sarà per questo che anche i muri di pietra mi paiono morbidi e lenitivi?
Come se lo sguardo di questa giovanissima donna lenisse toccando la durezza del vivere in un paese di montagna, interno e solo come una donna in strada ci dice.
Quasi scivoliamo tra le vie e le salite verso il paese alto con la stessa fluidità delle acque del Biscubio. Forse Apecchio ha nell’anima qualcosa di terapeutico, quanto un balsamo su ferite brucianti e manifeste sono sia le ferite che i rimedi. Perché nascondere?

                                                                                                             (continua)


sabato 2 marzo 2013

Del volo il canto



"battere e levare"
scatto di francescaperlini


s'è asciugato il canto mio
nella povertà degli incontri mancati,
mancanti di significato - e 
l'amore s'è perso 
tra le cose quotidiane.
lascio a voi, uccelli sui fili
prima del lungo viaggio
verso nidi che vedranno la luce
con gli occhi di chi è nato giovane,
il canto e le ali.
di volo in volo
da un filo all'altro - battito -
battere e levare dell'incessante vita
che pur morendo rinasce infinite volte
Natura.
dov'è la chiave di violino?
tra i rami dell'orizzonte -
che almeno voi
possiate trovare casa 
come musica in volo,
che qui tace spenta la luce 
ormai muta.