venerdì 26 dicembre 2014

Dove ai luoghi





Un viaggio a vuoto
dove ai luoghi
non si arriva per caso,
con questa potenza che si è dissipata
tra le parole spese 
e la fatica di darsi ascolto.



mercoledì 10 dicembre 2014

Foglie smisurate






Queste foglie smisurate che spingono, perfettamente in aria, perfettamente in terra, la voce. Non importa dove cingano la vita alla vita. Così, perfettamente sospese, perfettamente a terra, perfettamente appoggiate, nulla inseguono, tanto è esatta la perdita della forma. Ai tronchi, dove ai rami, il legno, tra legno e legno, preme esattamente la giusta aria. 
Questo umano resistente tenta case, tra case e case reticoli di precisione. Ai fuochi si faccia veglia a questa smania, una mano si appoggi sulla schiena, si soffi sul fuoco, arda la legna.
Legna, che per scaldare questo umano resistente si è fatta femmina.


sabato 6 dicembre 2014

Piccolissima cosa





Ai risvegli 
al sonno che arriva inseme al buio
alle luci che salgono dalla valle 
alle cime chiare di neve 
ai cani sciolti 
al caffè all'alba 
all'alba con il caffè
al caldo stretto fra le mani
alla tazza che lo contiene
al gatto senza un occhio
alla doccia calda
alle curve in salita
alle discese con le curve
alla poca luce che serve
ai sentieri che non portano a niente
al niente che mi libera
alla libertà, piccolissima cosa che si fa strada.


martedì 2 dicembre 2014

Questo silenzio si addentra





civico47 trasloca.
Con esso trasloca anche La Lettrice a Tu per Tu, un gatto senza un occhio, tre sedili di libri, una tazza e una ciotola di croccantini.
Lo sposalizio da poco avvenuto ha dato i frutti desiderati: entrare a vivere nello sposo, il Bosco.
Non un bosco qualsiasi, non un insieme distinto di specie, non un ecosistema, non un luogo incontaminato, ma il mondoesistenza che ha sciolto blocchi e divieti affinché io potessi di nuovo tornare a casa. 

Casa in cui il mio corpo abbandona la paura per la mancanza di confini. Corpo che si disperde dimenticando di pensare. Pensiero che ha creato la strada per arrivare. Pensiero che svanisce dietro le spalle perché il nemico è un ricordo inesistente. Ricordo che si racchiude nel palmo della mano. Palmo in cui le nebbie del primo mattino bagnano la carne e non resta che contemplare una goccia d'acqua.

Spogliare l'esistenza di un'altra tastando, il più delle volte alla cieca, "qualcosa" che non preme per essere chiamato, "qualcosa" che senza nome lascia libera la parola da senso e significato, sponde che sono servite per comprenderla, ma soprattutto per ridurla al fine di possederla.

Questa porta si chiude accompagnata.
Questo silenzio si addentra.