sabato 6 settembre 2014

Il peso specifico dell'assenza





Senza dubbio il 2014 è anno di chiusure.
Avere accumulato quarantacinque anni d'esistenza è quantità sufficiente di vita per stratificare eventi, incontri e esperienze che rispondono anch'essi alla lucida legge del "tutto inizia, tutto muore".
Tutto inizia, tutto muore. Tutto. Tutti.
Anche certi ritorni che partiti nuovamente lasciano la percezione di uno spazio liberato. Pur tuttavia una morte.
Non ce l'ha fatta nemmeno il decenne albero di Natale di plastica. Scambiato, dai gattini nati tre mesi fa, per un eccellente surrogato di giochi. Qualcosa d'indifferenziabile, con quella plastichina tutta smangiucchiata al limite delle briciole fusa al metallo che la sosteneva come abete pendente. 
E ora che me ne faccio di un baule di decorazioni? Scelte scrupolosamente rosse. Poche sfumature per non coprire le storie narrate da ogni singolo pezzo. 
Della chiusura rimangono scorie, macerie nella chiusa di legami solidificanti.
E dunque, macerie macigni che pesano il peso specifico dell'assenza.


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