martedì 4 settembre 2012

Le vie del ritorno



notturno
foto di Francesca Perlini


Le vie del ritorno poco hanno a che fare con l'andata.
Dalla prospettiva che è opposta allo sguardo sulle cose che forse è mutato grazie o a causa di ciò che è accaduto nel tempo dei due viaggi. La terra di mezzo, il passaggio tra due momenti, l'andata e il ritorno, la sostanza del viaggiare.
Ulisse si è legato al palo per non perdere la direzione, che sirene ammaliatrici avrebbero potuto distoglierlo da ciò che per lui era l'approdo del ritorno, la terra promessa della sua sposa. 
Ma quante volte perdere la meta e perdersi è l'unica via per ritrovarsi?
La strada non è la stessa, il ricordo e la memoria hanno coordinate in cui il tempo e lo spazio da lineari, da cartine geografiche si trasformano in mappe, orizzonti e umano sentire. Il tempo del reale, lo spazio del luogo in cui l'insieme dei momenti è sempre quello che si sta vivendo.
Non potrei dire quando son partita, non c'è un momento in cui la storia è iniziata perché non è mai finita. Gli incontri passati si mescolano nel modo in cui vivo quello attuale, è tutta la storia che posso narrare. 
Nel tuo nome, amore, c'è tutto l'universo e l'impossibile in cui credo. 
Potremmo mai dividerci, sotto le stelline sbiancate nella notte nera in cui vedemmo tutto il passato e il futuro nell'eterno presente del nostro primo bacio?


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