giovedì 21 febbraio 2013

Ritratti, un viaggio al contrario



"la chiave è andata persa"
scatto di francescaperlini



Cosa si nasconde dietro un'esistenza che a partire dai parenti più prossimi, i vicini di casa e le dicerie di paese che hanno lasciato di dire per distanza di tempo dai fatti accaduti, tutti vorrebbero dimenticare?
Ricostruire è pormi domande innanzitutto, porgendole poi ai diretti interessati; lasciare tempo ai ricordi affinchè riaffiorino dall'oblio; camminare molto da una domanda all'altra, ricongiungendo frammenti sparsi; tenere lucido e saldo il senso della ricerca che è di dare voce a chi non ha trovato parole per dire del suo "dentro", luogo in cui è rimasto intrappolato fino alla fine.

Ricostruire è dunque tracciare vie di comprensione e di affetto, perchè anche un'anima desolata o passata possa avere uno spazio in cui essere finalmente vista dalle parole che non ha potuto dire.
Che sia l'anima di un luogo o di una persona c'è poca differenza, di un paese ormai disabitato o di una persona morta da decenni.
A parlare sono oggi ritratti di piccole storie che racchiudono il senso dell'esistere più del frastuono di una cultura che ci vuole tutti uguali e convergenti.
Il piccolo, il desolato, il rotto, il perso sono appigli da cui partire per restituire dignità, trascinando fuori dai sepolcri della dimenticanza vite in vari modi rifiutate.



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