giovedì 22 novembre 2012

Lanzarote



Montana Blanca-Lanzarote
foto di Francesca Perlini


Sfuggo alla svendita della terra, ai vicoli, che qui si chiamano calle, nati tra bianchi residence tutti uguali, ai turismi che come tutti gli –ismi finiscono per rendere estremi e lontani i gesti del vivere. Esco da Puerto del Carmen risalendo la strada LZ 505. Tias è a pochi chilometri, bianca anch’essa e quel biancore ripetuto confonde il mio ignorare che l’abitare quest’isola lavica e ventosa è un contrapporre, un generare opposti netti, bianco al nero, basso e a tratti interrato al vento.  La geografia dei turismi ha preso gli stessi opposti, bianco e basso, cospargendoli ovunque come solo lei è capace. A Tias tornerò in seguito, per una casa.
LZ 35, San Bartolomè è al capo opposto di Tias, strade costruite senza bordi, senza pause, strade che creano destinazioni a termine.  Non trova soste il mio cercare, se non nei paesi che ordini superiori, volontà al di sopra del singolo, hanno deciso essere obiettivo. Come fermare la velocità del correre? Come trasformare in passi il percorrere? Costruire strade su colate laviche dev’essere difficile, non ne conosco il fare, ma ciò non basta a spiegare questa rete nera e fluida che giunge solo a destinazione.
Dovrebbe rassicurarmi una traiettoria segnata, ne cerco solo la deviazione per rallentare e trovare una lentezza che solo il camminare o il sedermi può dare. Montana Blanca è indicata a sinistra uscendo da una rotatoria con una delle juguete del viento, sculture- giocattolo del vento, di Cesar Manrique. 
   

    (continua)

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