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Montana Blanca-Lanzarote
foto di Francesca Perlini |
Sfuggo alla
svendita della terra, ai vicoli, che qui si chiamano calle, nati tra bianchi
residence tutti uguali, ai turismi che come tutti gli –ismi finiscono per rendere
estremi e lontani i gesti del vivere. Esco da Puerto del Carmen risalendo la strada
LZ 505. Tias è a pochi chilometri, bianca anch’essa e quel biancore ripetuto
confonde il mio ignorare che l’abitare quest’isola lavica e ventosa è un
contrapporre, un generare opposti netti, bianco al nero, basso e a tratti
interrato al vento. La geografia dei
turismi ha preso gli stessi opposti, bianco e basso, cospargendoli ovunque come
solo lei è capace. A Tias tornerò in seguito, per una casa.
LZ 35, San
Bartolomè è al capo opposto di Tias, strade costruite senza bordi, senza
pause, strade che creano destinazioni a termine. Non trova soste il mio cercare, se non nei
paesi che ordini superiori, volontà al di sopra del singolo, hanno deciso
essere obiettivo. Come fermare la velocità del correre? Come trasformare in
passi il percorrere? Costruire strade su colate laviche dev’essere difficile,
non ne conosco il fare, ma ciò non basta a spiegare questa rete nera e fluida
che giunge solo a destinazione.
Dovrebbe
rassicurarmi una traiettoria segnata, ne cerco solo la deviazione per
rallentare e trovare una lentezza che solo il camminare o il sedermi può dare.
Montana Blanca è indicata a sinistra uscendo da una rotatoria con una delle juguete
del viento, sculture- giocattolo del vento, di Cesar Manrique.
(continua)