martedì 31 gennaio 2012

La liturgia della compagnia all' Eremo di Montegiove




Il segno dell’incontro è al tempo stesso simbolo e significato. Coesione, unità di luogo, coerenza di fatti e persone.
Do appuntamento ad un’amica che viene da lontano all’Eremo di Montegiove. Non  è insolito per noi, riunirci in un luogo assunto a ricerca e ascolto, a elezione di spirito e terra.
Il silenzio sostiene le nostre parole che diventano sussurri. I quattro passi su due binari paralleli accompagnano l’amicizia che vi abita sopra. Le parole di due donne che portano i segni e le vittorie di amori sconfitti, entrano nelle mie orecchie come maestoso contraltare alla verginità professata dal luogo.
In fondo chi è che non è vergine al suo compito terrenamente umano?
Ci stiam facendo compagnia, con la tenerezza di tenerci sotto braccio, a sostenere, a tenere sollevati i reciproci sconforti. E’ conforto. Ci stiamo dando forza io e la mia amica. E la terra sotto i nostri piedi si fa schiena possente a sorreggerci.
La piccola chiesa echeggia, nel silenzio di una nebbiosa domenica di novembre, le melodie di chi ha scelto il canto alla parola. Sarà forse per questo che a un certo punto i nostri racconti s’intonano all’eremo, e la nostra liturgia delle ore si fa essenza silente, sostanza di compagnia.


                                             Stralcio breve dal racconto "La liturgia della compagnia: Montegiove"

1 commento:

  1. eh si!!!! un luogo d'incontro , racconti e conforto, di un'amicizia sincera!!!!luogo di silenzio,di ascolto dell'altro e di se stesso!!
    Grazie FRANCI
    PATTY

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